In tutta la provincia di La Spezia, la ottima qualità chimica delle acque di partenza non necessita di particolari trattamenti per la loro potabilizzazione. Questa caratteristica è conseguente al fatto che pressoché tutti gli acquedotti sono alimentati da acque sotterranee (solo in pochi casi sono captate acque superficiali) e che nei bacini idrogeologici alimentanti non sono presenti in modo diffuso fonti di contaminazione.
Dall’analisi dei dati relativi alle acque potabili distribuite nel Comune di La Spezia eseguite dal Laboratorio Centrale di ACAM S.p.A. emergono alcune principali caratteristiche di seguito descritte.
Una caratteristica particolarmente importante è il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali presenti in un litro d'acqua, che dà l'idea della “pesantezza” dell'acqua stessa. L’acqua potabile distribuita a La Spezia, con un residuo fisso pari a 420 mg/l, proviene da acquiferi in rocce vulcaniche magnesiache caratterizzate da un più alto grado di mineralizzazione rispetto alle altre sorgenti della Provincia. L’acqua è comunque classificabile come “oligominerale” (residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l).
La durezza è connessa al contenuto di calcio e magnesio ed è espressa in gradi francesi: 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio. La durezza delle acque di La Spezia, con 22,5 °F si avvicina ai valori medi (attorno a 25-30 °F) che caratterizzano le falde alluvionali del Magra piuttosto che i valori bassi (attorno a 5-10 °F) degli acquedotti montani.
La concentrazione di Nitrati, pari a 2,9 mg/l, si mantiene storicamente su valori medi inferiori a 5 mg/l (concentrazione massima ammissibile D.L. 31/01 = 50 mg/l). Anche l’ammoniaca, con valori inferiori a 0,05 mg/l, non ha mai superato il limite di Legge (concentrazione massima ammissibile D.L. 31/01 = 0.5 mg/l). Sono assenti inquinanti di tipo organico.
In tutta la provincia di La Spezia, la ottima qualità chimica delle acque di partenza non necessita di particolari trattamenti per la loro potabilizzazione. Questa caratteristica è conseguente al fatto che pressoché tutti gli acquedotti sono alimentati da acque sotterranee (solo in pochi casi sono captate acque superficiali) e che nei bacini idrogeologici alimentanti non sono presenti in modo diffuso fonti di contaminazione.
Dall’analisi dei dati relativi alle acque potabili distribuite nel Comune di La Spezia eseguite dal Laboratorio Centrale di ACAM S.p.A. emergono alcune principali caratteristiche di seguito descritte.
Una caratteristica particolarmente importante è il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali presenti in un litro d'acqua, che dà l'idea della “pesantezza” dell'acqua stessa. L’acqua potabile distribuita a La Spezia, con un residuo fisso pari a 420 mg/l, proviene da acquiferi in rocce vulcaniche magnesiache caratterizzate da un più alto grado di mineralizzazione rispetto alle altre sorgenti della Provincia. L’acqua è comunque classificabile come “oligominerale” (residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l).
La durezza è connessa al contenuto di calcio e magnesio ed è espressa in gradi francesi: 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio. La durezza delle acque di La Spezia, con 22,5 °F si avvicina ai valori medi (attorno a 25-30 °F) che caratterizzano le falde alluvionali del Magra piuttosto che i valori bassi (attorno a 5-10 °F) degli acquedotti montani.
La concentrazione di Nitrati, pari a 2,9 mg/l, si mantiene storicamente su valori medi inferiori a 5 mg/l (concentrazione massima ammissibile D.L. 31/01 = 50 mg/l). Anche l’ammoniaca, con valori inferiori a 0,05 mg/l, non ha mai superato il limite di Legge (concentrazione massima ammissibile D.L. 31/01 = 0.5 mg/l). Sono assenti inquinanti di tipo organico.