Il progetto “Campagna urbana” é finalizzato all’affidamento mediante bando pubblico, a titolo pressoché gratuito, dei terreni collinari di proprietà comunale a due gruppi di attori: quello dell’agricoltura professionale (intesa in un’accezione multifunzionale) e quella del più articolato ed eterogeneo insieme di gruppi autorganizzati legati alla sfera della cooperazione spontanea finalizzata alla cura della terra, associando in ogni caso l’attività agricola e di manutenzione e recupero del territorio a progetti di carattere sociale, educativo e culturale. Il progetto ha per certi versi anticipato alcune delle azioni che trovano oggi un primo campo di sperimentazione a livello regionale nell’ambito della L.R. 4/2014, la quale favorisce l’estensione di analogo progetto al territorio boschivo e alle aree abbandonate di proprietà privata; Il progetto “Campagna Urbana” si inserisce in un quadro strategico di rigenerazione del territorio aperto ai margini e all’interno della città, finalizzato a riattivare un rapporto virtuoso tra “città” e “campagna”. Alla definizione di questo quadro concorrono la recente variazione del Piano Urbanistico Comunale, che ha drasticamente ridimensionato l’attività edilizia in area extraurbana, il Piano del Paesaggio Urbano, che ha formulato norme di tutela della rete della sentieristica e di disciplina partecipativa sulle destinazioni delle aree libere di proprietà pubblica, il progetto per la riapertura e riqualificazione dell’Alta Via del Golfo. Strumenti e azioni che esplicitano la finalità di favorire il recupero del patrimonio territoriale, del paesaggio culturale e degli equilibri ambientali per restituire alla cittadinanza il diritto di fruire collettivamente e contribuire attivamente a riprodurre il “bene comune” territoriale. L’obiettivo specifico del progetto “Campagna Urbana”, in analogia con quanto già sperimentato in altre città europee (in particolare francesi), è quello di riattivare pratiche di uso agricolo del territorio integrate da funzioni sociali, culturali, educative, di tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio. In quest’ottica, il ruolo del comune è di importanza non marginale, perché è, in fondo, l’unità amministrativa più aderente al territorio ed appropriata ad esprimere il legame della cittadinanza con il proprio patrimonio territoriale e paesistico-ambientale. E’ dunque a partire dal ruolo dell’ente locale che il progetto compie il primo passo, per traguardare obiettivi più diffusi e generalizzati. Cosa può fare il comune, modestamente e pragmaticamente, per dare avvio ad un processo di rigenerazione del proprio territorio? La risposta che viene data concretamente da questa prima fase del progetto è nel destinare alcune aree di proprietà dell’ente all’attivazione di nuove pratiche agricole che abbiano un valore esemplare per le loro ricadute sulla rigenerazione del territorio e del paesaggio, sulla tutela degli equilibri idrogeologici, sulla fruizione socio-educativa degli spazi, oggi residuali, della ruralità, rivolgendosi ad una pluralità di potenziali attori: imprese agricole, associazioni di coltivatori, associazioni di volontariato, cooperative, semplici raggruppamenti di cittadini, singoli cittadini. Un progetto-pilota per dare risalto a buone pratiche di cura e di fruizione sociale del territorio, con lo scopo di potere estendere, nel prossimo futuro, un modello di comportamento territoriale, attraverso strumenti di incentivazione, anche alle iniziative e alle proprietà dei privati.