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La Spezia, 30 ottobre 2025 – Si è concluso questa mattina presso la Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso” il 1° Forum Internazionale “Prendersi Cura della Terra”, organizzato dal Comune della Spezia e l’Accademia Lunigianese di Scienze “G. Capellini” in collaborazione con l’ Ecological Society of America: un evento di portata internazionale che si è avvalso del patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, della Marina Militare, della Regione Liguria, del Parco Nazionale delle Cinque Terre e della Provincia della Spezia.
A seguito dell’incontro con oltre cento studenti che non solo hanno partecipato agli interventi degli scienziati che si sono susseguiti ma anche agli speed networking, che hanno permesso di confrontarsi sui temi ambientali con professori di fama internazionale, si è svolta la cerimonia di chiusura alla quale sono intervenuti il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, Giuseppe Benelli Presidente dell’Accademia Lunigianese di Scienze “G. Capellini”, Almo Farina professore emerito di Ecologia presso l’Università di Urbino, Adrienne Sponberg direttore delle pubblicazioni dell’American Ecological Society of America, Elisabeth Huber-Sannwald Caporedattore di Earth Stewardship, gli accademici provenienti da otto paesi diversi e i membri del Comitato Editoriale della rivista Earth Stewardship dell’American Ecological Society of America.
Il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini ha dichiarato: “Siamo giunti al termine della prima edizione del Forum Internazionale Prendersi Cura della Terra con l’orgoglio di aver contribuito qui, oggi, dalla Spezia, a costruire un impegno per il futuro che mette al centro la Terra come bene comune, quale limite condiviso e impegno tra le generazioni. L’aver ospitato accademici provenienti da otto paesi diversi ha significato creare un’occasione di riflessione sull’ecologia trasformando la conoscenza in responsabilità, e la responsabilità in azione pubblica e quotidiana. Viviamo un tempo in cui i cambiamenti climatici, sociali e tecnologici non sono un orizzonte remoto ma sfide immediate, che ci impongono di ripensare il nostro rapporto con il pianeta con strumenti culturali nuovi. Il Forum è stato un laboratorio di confronto tra esperti di livello internazionale, un luogo in cui idee, dati ed esperienze si sono intrecciati per generare soluzioni capaci di affrontare le trasformazioni del nostro tempo. La Spezia, negli ultimi anni, ha intrapreso un percorso virtuoso sul piano ambientale: dalla dismissione del carbone alle politiche sulla mobilità, dalla bonifica industriale all’educazione ambientale diffusa. Non si tratta solo di gestire emergenze, ma di ricostruire un equilibrio duraturo tra gli elementi della Terra — aria, acqua, suolo, viventi — riconoscendone l’interconnessione e la fragilità. Oggi la città compie un passo ulteriore: accoglie contributi globali per migliorare ancora le pratiche locali. La Spezia è diventata città-laboratorio, un luogo dove ciò che si apprende diventa abitudine civile. Non possiamo restare spettatori: è il momento di scegliere una nuova direzione, con coraggio e responsabilità. Nel cuore di questo processo, i ragazzi e le ragazze sono parte integrante di un nuovo progetto di futuro: attori attivi di un cambio di paradigma. Lo sono nel concorso dedicato agli Istituti Secondari di Secondo Grado che l’Amministrazione Comunale ha promosso e che vedrà impegnati gli studenti del territorio in attività di ricerca, approfondimento e analisi nelle forme dell’indagine conoscitiva, lo è nel dialogo che hanno saputo instaurare con gli accademici, lo è soprattutto nel fatto che loro dovranno confrontarsi con le conseguenze o i benefici delle nostre decisioni. Parlare di “cura” significa quindi decidere oggi come buoni antenati, non come consumatori del presente. Ma sarebbe ingenuo affidare ai giovani un compito senza dar loro strumenti, potere, voce. Il Forum è stato anche un cantiere intergenerazionale: non con un obiettivo pedagogico dall’alto, ma un coinvolgimento nella responsabilità collettiva, non solo per sensibilizzarli, ma per far spazio alle loro proposte, perché la cura o è condivisa o non esiste. Un sentito ringraziamento a quanti hanno reso possibile questi giorni, all’Ecological Society of America attraverso il comitato editoriale dell’Earth Stewardship, all’Accademia Capellini, alle istituzioni patrocinanti, ai relatori, a chi ha seguito i lavori in presenza o in streaming”.
Il Professor Almo Farina ha concluso la sua relazione illustrando dieci principi, condivisi nel corso del Forum con la comunità accademica del Comitato Editoriale dell’Earth Stewardship presente in questi giorni alla Spezia, e ha annunciato che è in fase di redazione un documento che sarà consegnato alla Città, alle scuole e a tutti i cittadini, dedicato al tema “Prendersi cura della Terra: una missione possibile”. Di seguito i principi enunciati, che ispireranno la stesura del documento:
Prendersi Cura della Terra: una missione possibile
- Riconosce il valore della natura come depositaria della vita e l’interdipendenza di tutti gli esseri viventi. Invita a orientare i comportamenti umani verso un maggiore rispetto della Terra.
- Ispira visioni, principi e pratiche per abitare la Terra in modo armonioso, rigenerativo e solidale, trasformando i modelli culturali, sociali, politici ed economici verso la sostenibilità nell’uso delle risorse.
- Tutela l’integrità degli ecosistemi, la numerosità e variabilità dei viventi, e la continuità dei cicli naturali garantendo la vita in tutte le sue forme.
- Coltiva saperi, consapevolezze e competenze ispirati a comportamenti responsabili, a visioni solidali e ad azioni proattive orientate alla conservazione dell’ambiente.
- Promuove nella gente una coscienza ecologica e civica consapevole, attiva e critica, fondata su responsabilità e giustizia intergenerazionale.
- Favorisce il dialogo permanente tra i diversi attori sociali, basato sulla condivisione di principi comuni e su un metodo concertativo condiviso.
- Rappresenta uno strumento operativo per definire obiettivi condivisi e orientare azioni coordinate e durature nel tempo.
- Sostiene la resilienza dei sistemi ambientali, e promuove la cultura della cura della Terra come fondamento civico.
- Avvia processi di consapevolezza delle urgenze ambientali attraverso un pressante invito all’azione collettiva, affinché la cura della Terra diventi principio etico e pratica quotidiana.
- Rigenera le relazioni tra uomo e natura, superando le logiche estrattive e utilitaristiche, per dare spazio a pratiche di cura che riconoscano il valore intrinseco di ogni forma vivente e non vivente.
ALMO FARINA: Professore Ordinario di Ecologia presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Dipartimento di Scienze di Base e Fondamenti.
Le sue principali attività di ricerca riguardano l’eco-etologia dei vertebrati e l’ecologia del paesaggio, con particolare attenzione alle implicazioni socio-culturali dei processi di abbandono e trasformazione del territorio. Nel corso della sua carriera ha sviluppato nuove teorie nel campo delle risorse e dell’ecologia cognitiva, con specifico riferimento all’approccio semiotico nella comunicazione tra organismi. Ha pubblicato oltre duecento lavori scientifici e numerosi volumi dedicati all’insegnamento universitario dell’ecologia e dell’ecologia del paesaggio.
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Ultimo aggiornamento: 31-10-2025, 08:11
